COMUNITÀ EDUCATIVA


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 PREMESSA

Il concetto di “comunità educativa” è il superamento di quello passato di “istituto”. Le differenze sono, oltre che nella organizzazione della struttura edilizia, anche e soprattutto nel diverso approccio nei confronti del minore.

 

Considerando superata l’idea di “contenimento” del minore all’interno della struttura – concetto che ha funzionato come microcosmo a se stante – la comunità educativa privilegia, nel superamento dell’impostazione “custodialistica” appunto, una prospettiva cosiddetta di “porte aperte”, con la possibilità di gestire, nell’interazione fra minore e comunità, gli orari di uscita come si fosse all’interno di un qualsiasi nucleo familiare.

La comunità lascia al minore, allora - in riferimento alla sua età ed alle esperienze passate, e relativamente alle sue capacità - degli spazi di autonomia sia all’interno che all’esterno, come farebbe un qualsiasi genitore. Dovere della comunità è seguire il minore in un progetto unitario che preveda tanto la “sorveglianza” quanto l’educazione, il tutto improntato ad un rapporto di fiducia che deve essere concesso dalla comunità ma anche accettato dal minore.

 

I minori ospitati in comunità hanno normalmente una famiglia, quindi le figure di riferimento da offrire non sono succedanee ai genitori, verso i quali occorre invece mediare perché la famiglia possa comunque ricomporsi, ma complementari.

 

Occorre cioè non sostituirsi al padre e alla madre, ma creare figure di riferimento nelle quali i minori possano ritrovare l’affetto, la serenità e soprattutto quella sicurezza e quella fiducia nel futuro che normalmente si hanno in una famiglia; generando, così, nei minori la convinzione che là dove essa manchi, sia pure temporaneamente, esistono altre forme di aggregazione che non li abbandonano e che possono aiutarli a superare le difficoltà, contribuendo in tal modo a costruire un senso di fiducia e solidarietà nel prossimo e nella società.

 

La nostra Comunità ha l’obiettivo di ridurre il disadattamento sociale, realizzando un percorso personalizzato per ciascun individuo che tenga conto sia delle sue particolari difficoltà sia delle sue specifiche risorse.

 

Le finalità dell’intervento sono principalmente due: la prima è quella di favorire nella persona sia una ristrutturazione del modo di concepire sé stesso che una ridefinizione del proprio ruolo sociale, in maniera tale che ogni soggetto giunga ad integrarsi in maniera soddisfacente all’interno di un tessuto sociale non deviante e non emarginante. Questo obiettivo comporta per la persona l’acquisizione di un adeguato bagaglio di abilità socio-culturali, relazionali, cognitive ed emotive, differenziate a seconda della provenienza culturale e della storia di vita personale. In generale si cerca di veicolare alla persona un'immagine di sé non centrata esclusivamente sulle proprie diversità, un'immagine di sé che rafforzi e stabilizzi i nuovi apprendimenti, un'immagine di sé che fornisca a sua volta repertori di comportamenti propri di una persona ben adattata. Ciò non significa che l'intervento sia finalizzato ad inculcare determinate idee e convinzioni alla persona, ma diversamente che la stessa divenga attivamente capace di elaborare modalità alternative di concepire sé stesso, e il mondo circostante, in maniera tale da rendere praticabili nuove reti di azioni possibili.

 

La seconda finalità è quella di favorire l’acquisizione delle capacità di gestire e controllare attivamente sia le situazioni di benessere sia le inevitabili situazioni di disagio e crisi. Questo aspetto è strettamente connesso alla capacità di generare alternative e opportunità in merito al flusso di eventi della quotidianità. In altri termini significa rendere le persone capaci di affrontare tutte le situazioni senza rimanere intrappolati in interpretazioni prefissate e monolitiche, ma creandosi in modo dinamico sempre nuove possibilità di movimento: ciò comporta il fatto che l'individuo giunga a percepirsi come un fattore determinante negli eventi che caratterizzano la sua vita.

 

COS'È

È struttura residenziale a carattere comunitario di tipo familiare caratterizzata dalla convivenza di un gruppo di minori con un'equipe di operatori professionali che svolgono la funzione educativa come attività di lavoro.

 

DOVE OPERA

Il Servizio opera nella città di Bari, nel quartiere San Pasquale, con i minori provenienti prevalentemente dalle province di Bari e Foggia, territorio di competenza del Tribunale per i Minorenni di Bari.

 

CHI HA DIRITTO AL SERVIZIO

 Minori da zero a undici anni  con procedure in corso presso il Tribunale per i minorenni.

 Minori da zero a undici anni appartenenti a nuclei famigliari in carico ai servizi sociali per i quali si è verificata la necessità di un temporaneo allontanamento dalla famiglia di origine.

 

Il limite di età può essere innalzato sino a dodici anni per casi di particolare e documentata necessità. Menomazioni fisiche, psichiche o sensoriali non costituiscono motivo di esclusione dal servizio purché tali problematiche non richiedano interventi di tipo prevalentemente sanitario o non siano di pregiudizio all'incolumità degli altri ospiti.

 

CHI OPERA NEL SERVIZIO

1 educatrice responsabile, religiosa

1 educatore laico.

1 educatrice laica.

2 educatrici religiose

1 educatrice religiosa con compiti di puericultrice per i neonati.

1 Medico pediatra, Neonatologo presso la Facoltà di Medicina di Bari, consulente esterno.

1 Psicologa dell’età dello sviluppo, consulente esterna.

1 Medico di base della A.U.S.L. Bari/4, come consulente esterno.

1 avvocato per le questioni legali, come consulente esterno.

Vari operatori esterni per le attività laboratoriali.

 

DURATA

La durata della permanenza viene stabilita nell'ambito del progetto individuale e valutata dalla equipe degli operatori in accordo con i servizi territoriali che hanno in carico il caso, e, se previsto, con il Tribunale per i Minorenni di Bari.

 

COME SI VIENE AMMESSI

Su proposta degli operatori dei servizi sociali o tramite Provvedimento o disposizione del Tribunale per i Minorenni di Bari.

 

DECORRENZA

Ad accettazione formalizzata da parte dell'ente tramite un proprio atto amministrativo. In caso di emergenza l'accoglienza è immediata tenuto conto della disponibilità dei posti letto

 

COSTO

E' previsto il pagamento di una retta giornaliera da parte del servizio socio-assistenziale di competenza territoriale, secondo le tabelle esposte in allegato alla presente carta dei servizi.